In tempo di crisi gli anziani si riorganizzano. Lo hanno fatto anche Leda, 87 anni, e la consuocera Letizia che per qualche anno hanno vissuto insieme la terza età in un villino acquistato dopo aver venduto i loro appartamenti. Altre iniziative nascono sulla spinta di associazioni come “Auser”, una rete di volontari ramificata in tutto il Paese e che si occupa di invecchiamento attivo. A Roma, la rete opera attraverso realtà territoriali come AeA (AbitareeAnziani), l’associazione che supporta tutti gli over 65 che ne fanno richiesta, attraverso una serie di servizi alla persona di vitale importanza per chi ha i figli lontani o non ne ha. Anna Maria, 82 anni, dirigente della Regione Lazio in pensione, sorride e si diverte mentre scorre lo schermo touch del tablet di cui l’associazione l’ha dotata. “Un clic e chiedo la consegna di farmaci a domicilio. Un altro e chiedo la spesa. Un altro ancora e parlo con mia sorella che vive a Napoli ma che è molto malata e quindi non riesco mai a vedere. Insomma”, spiega entusiasta, “all’inizio non volevo proprio saperne di questo aggeggio, ora non saprei vivere senza. È un modo per non invecchiare ancora più velocemente, per tenerci sempre attivi e distratti”. Il progetto dei tablet cofinanziato da Cnr, eResult, Bioresult e Finabita, è partito in Francia e ha preso piede con successo anche in Inghilterra e in Italia, ma solo grazie a privati che credono nei progetti delle associazioni. […]
Fonte: La Repubblica – vai all’articolo d’inchiesta nella versione integrale